La famiglia Caglini è nota tra i naviganti italiani per essere stata tra le prime a lanciarsi nel giro del mondo in barca a vela. Pepe, Laura e Umberto, il loro figlioletto di appena 5 anni, mollarono gli ormeggi da Civitanova nel 1982 a bordo di Barbara Yankee, un cutter in acciaio di 12 metri progettato da Alex Carozzo. Fecero ritorno in Italia solo nel 1987 dopo aver percorso una lunga rotta che li portò oltre Gibilterra, attraverso l'atlantico fino ai Caraibi e in seguito ad attraversare il canale Panama. Poi Pacifico, Indiano per tornare infine in Mediterraneo attraverso il Canale di Suez. 

 

"Perché  – si chiede Caglini nell'introduzione del libro La mia infanzia intorno al mondo del figlio Umberto – questa smania di partire? Non è dato saperlo e non siamo tipi portati alle autoanalisi. Forse un po’ di repulsione per una vita milanese nella cappa degli "anni di piombo" e dell’incipiente grande confusione, che era già lì, per chi avesse voluto vederla. E poi, diciamolo, una certa voglia di andare a vedere quello che succede quando ci si slarga da questo confortevole mondo organizzato per seguire le vie misteriose del proprio istinto".

Ha certamente aiutato – prosegue il navigatore –, e non poco, una sodale (Laura) dalla genetica probabilmente celtica che non ha avuto la minima esitazione nell’affrontare l’ignoto e il totale cambiamento di paradigma della propria vita e delle proprie sicurezze. Grande Laura".

 

"Donna di barca che più non si può – racconterà più tardi –, non si è limitata a seguirmi. Ha addirittura rilanciato oltre ogni mia aspettativa, ispirandomi, non frenandomi nelle mie pericolose propensioni e mostrandomi in questo modo cosa può succedere quando l’apertura mentale e il pensare in grande convivono in una stessa mente"

 

Laura da oggi non c'è più. Si è spenta il 20 marzo. 

A suoi cari le condoglianze e a lei il più sentito augurio di buon vento.

 

Su Bolina 2 il ricordo del figlio Umberto