Il nostro paese è ai vertici della classifica degli importatori di carne di questi pesci, molti dei quali a rischio di estinzione
Il 14 luglio, in occasione della Giornata Mondiale dello Squalo, il Wwf ha denunciato la posizione dominante dell'Italia nella classifica dei paesi importatori di carne di squalo, con oltre 43.000 tonnellate immesse nel mercato nazionale tra il 2017 e il 2023.
L'allarme riguarda il consumo inconsapevole: la maggior parte dei cittadini italiani infatti non sa che la carne di squalo è legalmente venduta in Italia e dichiara di non averla mai acquistata. Eppure è comune il consumo di palombo, verdesca o gattuccio.
Nel Mar Mediterraneo esistono 86 specie di elasmobranchi (squali, razze, torpedini e chimere). Di queste più della metà è a rischio estinzione. La situazione è altrettanto drammatica a livello globale, con la popolazione di squali che si è letteralmente dimezzata negli ultimi 50 anni.
In tutto ciò, secondo il Wwf, l'Unione Europea mantiene una posizione controversa: da un lato promuove politiche di conservazione marina, dall'altro non garantisce controlli sufficienti e tracciabilità dei prodotti ittici. I consumatori sono invitati a verificare sempre l'etichetta che deve riportare denominazione commerciale, nome scientifico, zona FAO di cattura e metodo di produzione utilizzato.
(Giornale di bordo)