Da sempre sinonimo di lusso, marinità, meticolose rifiniture e affidabilità, il cantiere Sweden Yachts si è distinto tra i tanti produttori di imbarcazioni a vela sin dal 1974, quando realizzò Sverige, la barca dello sfidante svedese nell’America's Cup del 1976.

 

Tra i modelli storici più apprezzati il C34 (10,20 m che poi divenne lo Sweden 340), poi il 370, il 36 e molti altri. Più recentemente il cantiere con base a Kungsviken realizzava barche dai 12 ai 16 metri anche per CR Yachts, Malö Yachts e Regina Yachts, società facenti parte del medesimo gruppo. Usiamo il passato perché apprendiamo dal magazine tedesco Yacht che anche questo storico produttore è purtroppo in fallimento.

 

All'origine del crash finanziario la carenza di forniture seguite alla pandemia da Covid e la mancata consegna di sei imbarcazioni per le quali il cantiere aveva comunque già incassato somme tra i 238.000 euro e il milione di euro. Una beffa per i promessi acquirenti che si ritrovano ora con solo un guscio parzialmente costruito, invendibile e per il quale è impossibile sperare in un rimborso, visto che la società svedese è stata dichiarata insolvente.

 

Nell'occhio del ciclone Mattias Rutgersson (figlio del fondatore di CR Yachts, Charles  Rutgersson deceduto un anno fa) l'amministratore delegato del Gruppo Sweden Yachts, che già da tempo avrebbe smesso di pagare gli stipendi alle maestranze e non avrebbe presentato al fisco un rendiconto finanziario adeguato dal 2019. Un atteggiamento che rafforza il sospetto che per anni Rutgersson abbia voluto nascondere deliberatamente lo squilibrio finanziario e che potrebbe vederlo infine accusato di bancarotta fraudolenta. 

La prima udienza del caso dovrebbe svolgersi il 21 marzo.

 

Un brutto segnale per la cantieristica anche se per Sweden Yachts si tratta di un copione già visto: fallita nel 2008, rinacque nel 2011 con un nuovo gruppo dirigente per essere infine ceduta nel 2017 a CR Yachts di Rutgersson.