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Progettare una deriva:
una gara tra università


27-01-2006

Parte dall'università di Roma Tre, facoltà di Architettura, un'iniziativa per coinvolgere gli studenti in uno studio e realizzazione di una barca a vela. Il progetto è di coinvolgere poi altre università italiane e straniere e confrontarsi in regata.

Progettare una deriva:
una gara tra università
Sfida tra università italiane: progettare e costruire una deriva in legno lunga 4,60 metri e larga 1,80 sulla base di un regolamento comune e realizzare i rispettivi prototipi. Le barche vengono quindi messe a confronto sul campo di regata coinvolgendo le squadre agonistiche degli stessi atenei. Questa la proposta didattico-sportiva lanciata da Maurizio Ranzi docente di Architettura presso l'Università degli Studi Roma Tre e coordinatore del progetto Una barca per Roma Tre. «Per far riscoprire agli studenti il gusto della manualità - spiega il professore Ranzi - abbiamo attivato una serie di workshop che portassero alla realizzazione, non di un plastico in scala ridotta, ma di un prodotto finito in scala 1 a 1. Il primo risultato di questa iniziativa è stata una sedia. Tra collaboratori velisti e vicini al mondo dell'autocostruzione il passo dalla sedia alla barca poi è stato breve». Sotto la guida di esperti in materia, tra cui l'architetto Massimo Paperini in veste di coordinatore del progetto, gruppi di studenti di Roma si stanno già ingegnando nella stesura del loro disegno. Il regolamento stabilisce parametri da rispettare relativi a pesi, armo, superficie velica, economicità di realizzazione, trasportabilità, etc. Anche il materiale dovrà essere per tutti lo stesso: il legno, economico e soprattutto ecologico. Il resto però, linee e forme, è libero. «La sfida - prosegue Ranzi - è ben avviata con l'Università di Genova. Poi hanno mostrato interesse anche Napoli, Pescara e l'Università di Camerino. Non è escluso che in futuro non si riesca a estendere il progetto anche ad altri atenei di città estere che si affacciano sul bacino mediterraneo». Per ora solo i ragazzi di Roma contano di varare il loro prototipo entro giugno 2006. Ma la sfida è stata lanciata. «L'ambizione - conclude Ranzi - è che questo progetto si rinnovi ogni anno con regolamenti nuovi che potrebbero portare gli studenti a realizzare diverse tipologie di imbarcazioni».

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