Presentati i progetti per salvare il relitto della nave a vela di 56 metri affondata il 19 agosto 2024. Un'operazione che potrebbe costare 30 milioni di euro
Si fa sempre più complessa la sfida tecnica per il recupero della nave a vela Bayesian dal fondale di Porticello, in Sicilia, dove era tragicamente affondato il 19 agosto 2024. Il consorzio assicurativo British Marine ha presentato il 2 dicembre alla Procura di Termini Imerese e alla Capitaneria di Porto di Palermo otto progetti per il salvataggio del relitto da 473 tonnellate.
Solo due soddisfano i rigorosi requisiti tecnici imposti dalle autorità. I piani prevedono un delicato sistema di imbracatura con funi per ruotare lo scafo di 90 gradi, utilizzando gru montate su chiatte o pontili galleggianti e palloni di stabilizzazione. Un'operazione particolarmente delicata con l'obiettivo di preservare l'integrità dell'albero di 72 metri e, soprattutto, prevenire la fuoriuscita dei 18.000 litri di carburante ancora presenti nei serbatoi.
Il
naufragio, lo ricordiamo, era avvenuto durante una violenta tempesta e aveva causato la morte di sette persone, tra cui l'imprenditore britannico Mike Lynch, sua figlia Hannah, Jonathan Bloomer di Morgan Stanley International con la moglie Anne Elizabeth, l'avvocato Chris Morvillo, la moglie Neda Nassiri e il cuoco di bordo Ricardo Thomas.
Le indagini si concentrano su diverse ipotesi: dal portellone laterale dei tender lasciato aperto all'ingresso d'acqua dal ponte principale,
fino a un possibile difetto progettuale legato alle dimensioni dell'albero (teoria contestata da Italian Sea Group, proprietaria di Perini Navi).
L'intervento di recupero, dal costo stimato fino a 30 milioni di euro (la nave era assicurata con due polizze che coprivano danni fino a 2 miliardi di euro), dovrebbe iniziare a gennaio 2025 e richiedere circa un mese di lavoro. Il relitto verrà poi trasferito nei cantieri di Palermo per gli accertamenti forensi che finalmente ci diranno la verità sulle dinamiche che hanno dato luogo al drammatico incidente.