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Arkea Ultime Challenge
Pit-stop anche per Caudrelier


21-02-2024

La forte depressione che si sta sviluppando nel Golfo di Biscaglia ha spinto lo skipper francese a una sosta alle Azzorre. Nessuno dei concorrenti potrà dire di aver completato il giro del mondo senza scalo

Arkea Ultime Challenge
Pit-stop anche per Caudrelier
Ha accumulato così tanto vantaggio sugli avversari che Charles Caudrelier può ora permettersi di riparare alle Azzorre e far passare la forte depressione che nelle prossime 72 ore renderà impraticabile il Golfo di Biscaglia.
Dopo qualche titubanza lo skipper francese in testa alla flotta dell’Arkéa Ultim Challenge (giro del mondo in solitario riservato ai trimarani di classe Ultim), ha infine scelto di ridossarsi all’isola di Faial e attendere una finestra favorevole per riprendere il largo in direzione di Brest, in Francia. Anche perché il suo Maxi Edmond de Rothschild non è esattamente in perfette condizioni: l'intelaiatura in carbonio del braccio anteriore di dritta è stata strappata via da un'onda (vedi video sotto). Nulla di seriamente compromettente, ma meglio non correre rischi.
 
“Sfortunatamente – ha dichiarato Benjamin Schwartz, uno dei router di Caudrelier – una grande depressione blocca il percorso verso Brest. Non è possibile correre il minimo rischio, tanto più considerando il vantaggio che abbiamo rispetto ai nostri concorrenti”.
Dopo 44 giorni in mare, considerando il meteo e l'intenso traffico marittimo della zona, lo skipper del Maxi Edmond de Rothschild dà dunque fondo all'ancora con il proposito di riprendere il largo già il 22 febbraio. 
 
Oggi, dunque, possiamo dirlo: nessuno tra i solitari in gara potrà dire di aver effettuato questo giro del mondo senza scalo. Tutti, chi prima chi dopo, hanno dovuto mettere un freno alla propria corsa con una sosta tecnica che da regolamento deve durare almeno 24 ore.
Il primo è stato il 15 gennaio il Maxi Banque Populaire di Armel Le Cléac'h costretto a ormeggiare a Recife in seguito alla rottura del pulpito di prua e a un'anomalia all'impianto idraulico dei foil. 
Il 22 gennaio è stata quindi la volta di Tom Laperche su SVR Lazartigue, fermo a Città del Capo per una delaminazione al fondo dello scafo centrale seguito all'impatto con un oggetto galleggiante non identificato. Anche Anthony Merchand ha fatto scalo a Cape Town 4 giorni dopo per un danno a uno dei foil del suo Actual Ultime 3.
Il 27 gennaio è toccato quindi a Èric Péron su Adagio, anche lui a Città del Capo per un guasto al timone. Non ha fatto eccezione Sodedo di Thomas Coville che, attualmente secondo in classifica, ha riparato a Hobart in Tasmania il giorno di Capodanno per interventi al pulpito di prua e al trampolino di sinistra.
Per Merchand e Le Cléac'h c'è stata anche una seconda volta: il primo ha lanciato le cime d'ormeggio il 9 febbraio a Dunedin, in Nuova Zelanda, per il persistere del guasto ai foil; il secondo è sbarcato il 16 febbraio a Rio de Janeiro, per danni al timone. 
 
Una regata a dir poco sofferta, dunque, che oggi fa mordere le mani anche a Caudrelier. Se avesse potuto tirare dritto avrebbe vinto due volte: primo al traguardo e primo ad aver completato la regata no-stop. Si dovrà eventualmente accontentare del risultato sportivo. In ogni caso se ne parlerà tra 200 miglia.
 
 
 

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