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Varato in Francia il nuovo catamarano di Yves Parlier


03-02-2004

Con un innovativo prototipo di 18,28 metri lo skipper francese Yves Parlier lancia la sua sfida per "The Transat" , la transatlantica in solitario da Plymouth a Boston.

Varato in Francia il nuovo catamarano di Yves Parlier
È stato varato il 1° febbraio a Gujan-Mestres, cittadina sulla costa atlantica francese, l'avveniristico catamarano di 18,28 metri "Médiatis Région Aquitaine", un prototipo voluto e realizzato dallo skipper francese Yves Parlier. Il navigatore francese, già impegnato nei primi anni Novanta nella sperimentazione di nuove tecnologie sui monoscafi Open 60, ha partecipato proficuamente in questi anni a molte regate oceaniche, in solitario o in equipaggio. Dalla "Mini Transat" del 1985 (1° posizione), alla "Solitaire du Figaro" (1° posizione), passando per le vittorie della "Europe 1 Star / Ostar", la "Route du Café", la "Route du Rhum" e il "Fastnet". Il programma del nuovo multiscafo prevede alcuni mesi di test e allenamenti che si svolgeranno nelle acque antistanti a Port de Larros, attuale base di "Médiatis Région Aquitaine". Il primo obiettivo per Parlier è la partecipazione alla prossima edizione della transatlantica in solitario "The Transat" (l'ex "Ostar"), con partenza da Plymouth (Uk) il 21 maggio e arrivo a Boston (Usa). "Médiatis Région Aquitaine" è un catamarano che per due motivi può definirsi rivoluzionario: gli scafi plananti sono dotati di linee prese in prestito dagli idrovolanti e l'armo velico a profilo alare prevede un albero per ogni scafo. Parlier e il suo staff lo definiscono il primo catamarano "hydroplanante". Le linee guida alla base del nuovo design dell'opera viva seguono infatti lo stesso principio degli idrovolanti che devono raggiungere alte velocità per effettuare il decollo. Questo su "Médiatis Région Aquitaine" sarà garantito - ne è convinto Parlier - dal sollevamento della parte prodiera degli scafi all'aumentare della velocità, senza il supporto di "hydrofoil". Per quanto riguarda l'armo, la scelta di frazionare la superficie velica utilizzando due alberi paralleli, è nata dall'esigenza di realizzare un'imbarcazione più leggera degli attuali maxi-trimarani. Lo scafo centrale è stato eliminato e volendo garantire comunque un'ampia superficie velica, la soluzione di realizzare un albero per ogni scafo si è fatta strada in maniera naturale. (Lu.Ca)

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