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"Transat des Alizès" giorno per giorno


28-11-2003

La regata nella celebre transatlantica francese della barca italiana "Locman Italy", un 30 piedi progetto di German Frers. A bordo Luca Trentini, skipper, Daniele Seriacopi e Margherita Pelaschier che scrive per il Bolina il diario di bordo.

"Transat des Alizès" giorno per giorno
Prime impressioni - È cominciata l'avventura. La regata oceanica "Transat des Alizès" ha preso il via: " Locman Italy", l'Open 30 progettato da German Frers e sponsorizzato dalla casa orologiaia di Marina di Campo ha lasciato le coste mediterranee per raggiungere il Portogallo e partire quindi - il 9 novembre - alla volta dei Caraibi. Tre i membri dell'equipaggio: Luca Trentini, skipper, Daniele Seriacopi e Margherita Pelaschier, velista e giornalista doc nella vita, corrispondente di bordo per l'occasione. Stasera il nostro barchino giallo, "Fibra Locman Italy", mollerà gli ormeggi da St. Tropez alla volta del Portogallo. Concordemente con l'organizzazione e visto il forte maestrale che imperversava sul golfo del Leone, abbiamo deciso di affrontare la prima tappa della Transat des Alizes come trasferimento fino a Portimao in Portogallo, dove partirà la nostra vera avventura, la traversata oceanica tanto sognata. Sono mesi che lavoriamo a questo progetto, ma l'ultimo mese ci ha riservato davvero molte emozioni. La barca è stata varata, il 7 ottobre dopo un lungo periodo di lavoro in cantiere, quando nostalgici della velocità e delle planate sulle onde la guardavamo sull'invaso e lei ci parlava promettendoci presto di navigare insieme. A Porto Azzurro, dove la barca faceva base, si era formato un vero e proprio gruppo di lavoro di amici elbani. Ognuno aiutava come poteva: Marco, il nostro routier ufficiale ci impartiva lezioni di sestante e analizzava la meteo del giorno con noi, per cercare una sintonia nello studio meteorologico e nelle decisioni strategiche; Maurizia sua moglie, che lavora alla Nautimarket si faceva in quattro per procurarci tutto il materiale che ci era necessario e in più ci sfamava, preparandoci la cena, alle 10 di sera quando facevamo una pausa prima di ricominciare a lavorare fino all'una, due di notte; Iano ha seguito tutta la preparazione della barca ed è il nostro shore team ufficiale, se non ci fosse stato lui non avremmo saputo come fare; Patrizia che ci ha confezionato i cuscini all'interno della barca ci dava una mano nei vari lavori di rifinitura e con la sua simpatia e disponibilità teneva alto il morale. I lavori sembravano non finire mai ed ormai misuravamo l'avanzamento dei preparativi sul mucchio di attrezzi, scotte, vernici, e quant'altro, accatastati vicino alla barca: sembrava che non saremmo mai riusciti a smaltire il carico di lavori, ma alla fine siamo riusciti a liberare il pontile davanti alla barca il giorno prima di partire, mancava solo un sacchetto dell'immondizia. Poi via il vecchio, pronti per nuove mete. Preparazione - La partenza era fissata per il 15 ottobre, ma un'importante perturbazione ci ha costretto a rinviarla di qualche giorno. Ma in un certo senso la meteo ci ha aiutato a rifinire la barca. Le giornate passavano veloci e quando si crollava sul cuscino, la sera, non si aveva nemmeno il tempo di pensare, ma in questo periodo ho collezionato tanti piccoli gesti gentili delle persone che ci aiutavano per la sola passione per il mare e per l'entusiasmo di vedere che qualcuno realizza i suoi sogni. Anche la mia famiglia e i miei amici mi sono stati tutti vicini con sms, email, telefonandomi entusiasti per il mio progetto; qualcuno mi ha anche detto che ero un po' matta, ma credo ci voglia una vena di 'sana' follia per vivere intensamente e sperimentare grandi esperienze. Nel corso di questa traversata planeremo non solo sui nostri sogni ma su quelli di tutti quelli che hanno creduto in noi. Arriva il giorno della partenza e ora non c'è perturbazione che tenga, dobbiamo partire. Domenica é il giorno designato, le borse fatte di corsa la sera prima vengono caricate a bordo, indossiamo le cerate, Luca, Patrizia che sostituirà Daniele, il terzo a bordo, per questo primo tratto ed io, saliamo in barca, riordiniamo le scotte, tutto è pronto. Ci raggiunge un comitato di 'arrivederci', sono tutti li' gli amici che ci hanno aiutato, sorridenti a dirci 'buon vento'. Maurizia porta una torta di cioccolato per addolcirci la navigazione e un thermos di thè caldo, che si è rivelato a dir poco indispensabile nel corso della notte. Si stappa una bottiglia di spumante, 'Per Fibra Locman hip hip hurrà !'. Ne bevo un sorso per brindare, con il resto bagno la coperta della barca, " Vai barchino accompagnaci in mare, facci volare sulle onde! ". Molliamo gli ormeggi, finalmente in mare, tutte le preoccupazioni vengono lasciate a terra, un tiepido sole autunnale ci accompagna, prua verso Port Camargue. Il tempo che ci ha regalato una dolce partenza da 'casa', ci ha messo alla prova durante la notte, con un temporale dopo l'altro. Fibra Locman ha superato con i massimi voti la prova di un forza sette con onda, pioggia e anche noi dell'equipaggio, benchè un po' bagnati e infreddoliti ci siamo affiatati. Comunque diventa necessaria una sosta ad Antibes, perchè le condizioni tendono a peggiorare ancora ed è previsto maestrale, che non ci permetterebbe di avanzare. Approfittiamo per riposare e fare ancora qualche lavoretto. Intanto ricevo una visita graditissima, mio papà viene a trovarmi. Studia la barca da fuori, poi sale a bordo e ci dà dei preziosi consigli su qualche modifica da apportare. Discutiamo con lui delle sue esperienze, siamo tutti neofiti dell'oceano e beviamo grati ad una fonte di conoscenza come lui. Mi è stato molto vicino in questo periodo, al telefono parlavamo di tutto dall'abbigliamento più adatto per la traversata, allo spessore migliore per la scotta della randa, ai nostri stati d'animo. Il mare parla un solo linguaggio e io con mio papà sto imparando a parlarlo. È tempo di ripartire, ma il vento ci è ancora contario e in un giorno e mezzo di navigazione riusciamo a coprire il tratto di mare fino a St. Tropez, solo 40 miglia. Da qui la decisione di attendere le condizioni favorevoli per partire con vento in poppa (in senso metaforico e non solo !) verso il Portogallo. A St. Tropez ci raggiunge anche Daniele Seriacopi, il terzo componente dell'equipaggio. Il team è al completo e qualche giorno di lavoro in barca e di vita in comune a terra crea quella complicità e confidenza che sarà indispensabile a bordo. Al crepuscolo Fibra Locman riprende il mare, con a bordo tre persone che vanno incontro al loro sogno. LAT. 33° 19' N Long. 12° 23' W h. 16.15 UTC 13/11/2003 Prima dell'alba il vento, leggero durante la nottata, ha rinforzato, rendendo necessario il cambio del "gallone" con il 'giallino', un asimmetrico più piccolo. Il nostro barchino giallo Fibra Locman Italy così invelato ha surfato a gran velocità le onde alte ed incrociate che gli sfilavano al traverso. Ieri, comunicando la nostra posizione agli organizzatori, abbiamo saputo che nel corso del nostro primo giorno di navigazione, abbiamo recuperato ben 20 miglia sul primo in testa alla flotta, fatto che ci ha risollevato il morale. Dobbiamo recuperare le 40 ore di ritardo sugli altri e ce la stiamo mettendo tutta. Oggi, Giancarlo si è occupato della manutenzione dell'albero, salendo in testa, ben 16 metri dalla coperta, per verificare che tutta l'attrezzatura fosse in ordine. Il problema che può sorgere tenendo a riva le vele per giorni interi è proprio l'usura delle scotte, dei bozzelli: inoltre nei momenti di bonaccia la "vague casse-bateau', come ci raccontava Giancarlo, la chiamano gli amici ministi francesi, l'onda incrociata 'spacca-barca' mette a dura prova vele e attrezzatura, sollecitate dalla forza del mare. Continuano anche le prove di cucina: lo chef ieri sera (che ero io) proponeva riso integrale con carote. In questi giorni a pranzo mangiamo formaggio, affettato o scatolette di tonno o carne e di sera cerchiamo di cucinare alla flebile fiammella del nostro camping gas un pasto caldo. Ci alterniamo nei vari compiti, a seconda anche dei turni di sonno e veglia che si protraggono nell'arco delle 24 ore: abbiamo stabilito un tourn over di 2 ore, di cui 2 ore di sonno, 2 di stand by, in cui si riposa fuori in coperta oppure si aiuta a manovrare, se necessario, e 2 al timone. Il nostro routier Marco Bulleri ci ha avvisati che dal 16- 17 novembre potremmo imbatterci in una burrasca sui 40 nodi da NE, con onde di 6 metri: quindi ci ha consigliato di raggiungere al più presto le Canarie, passate le quali dovremmo essere più al riparo. Noi per sicurezza legheremo tutto all'interno della barca, prepareremo le vele adatte e faremo anche un po' di training autogeno... l'oceano è stato buono con noi finora e ci sta facendo abituare bene al ritmo della navigazione; ora siamo pronti ad affrontare anche le difficoltà che si presenteranno. Inoltre, vista l'onda che stiamo incontrando, molto simile ad una dolce collina, rispetto all'onda ripida e corta del Mediterraneo, non dovrebbe avere problemi. Proprio in questo momento mentre sto scrivendo, seduta all'interno, con il viso rivolto al mare, un guizzo attira la mia attenzione... guardo fuori dal tambuccio d'uscita e vedo una pinna azzurra...'Luca, Gianca, delfini!', do l'allarme. Corriamo tutti a prua a vedere i nostri amici marini giocare, sono i primi che vediamo da quando siamo partiti in regata. Ma ogni volta ci si stupisce, ritrovando di fronte alla natura, la gioia e l'entusiasmo per lepiccole cose semplici e vere. Ci sentiamo davvero fortunati ad essere qui e vivere questa esperienza che ogni giorno ci riserva nuove emozioni. LAT. 35° 57' N Long.009° 34' w h.20.43 (ora locale) 11/11/2003 La luna illumina la poppa di Fibra Locman Italy che finalmente corre libera con l'oceano intorno a 360 gradi. Grazie al lavoro incessante del Jan Boat Compositi, Iano e Massimo, il nostro shore team, all'aiuto indispensabile di Giancarlo, tutti orchestrati da Luca e alla disponibilità del cantiere di Portimao, la barca, rimessa a nuovo dopo un'inaspettata avaria, è tornata in acqua. Una nottata tranquilla ha accolto il ritorno in gara di Fibra: ora l'obiettivo è recuperare le 40 ore di distacco dalla flotta. Fa la sua apparizione in scena il 'giallone', 120 metri quadri di gennaker giallo Locman: con 10- 15 nodi di vento al lasco ci allontaniamo dalla costa. Dubbi, curiosità: cosa ci riserveranno i prossimi 20-25 giorni in mare? Regoliamo minuziosamente le vele e uno di noi si alterna sempre al timone per ottenere il meglio dalla barca, mentre gli altri cercano di riposare per riprendere le forze dopo le notti insonni. Si perde il contatto visivo dalla costa, il ritmo delle onde è lungo e calmo e navighiamo ora sereni nel 'respiro dell'oceano'. Teniamo una buona media di velocità e già nel primo pomeriggio ci accorgiamo di aver percorso 70 miglia. Il nostro routier Marco Bulleri che ci segue dall'Elba ci consiglia la rotta migliore per evitare le bonacce: il controllo e la verifica della rotta rispetto alla situazione meteorologica sono quotidiane. Pian piano cercheremo di entrare nel ritmo di queste incombenze giornaliere, che diventeranno automatiche. I primi giorni di regata sono sempre i più duri perchè bisogna mollare completamente gli ormeggi da terra e prendere il ritmo del mare, me l'ha detto anche mio papà prima che partissi. Il sole è tramontato molto presto, alle 17 ore locali, indossiamo subito le nostre cerate per ripararci dall'umidità, anche il vento è diventato più leggero: stanotte combatteremo con la bonaccia. Ora mangiamo pasta al pomodoro cotta con l'acqua di mare...sarà buona? Andrà sicuramente bene, finalmente siamo partiti. LAT. 26° 48'N Long. 023° 19'W h.12.30 UTC 18/11/2003 Prima settimana: bollettino di guerra dal fronte...oceano. Sono passati ormai otto giorni da quando la prua di Fibra Locman Italy ha preso il largo dal Portogallo. L'oceano ci ha ormai adottati e facciamo parte di lui, come le sue onde, le sue burrasche e gli animali che ci vivono. Il quarto giorno di navigazione ci ha riservato ancora venti leggeri in aumento, durante la serata: nel pomeriggio in un'ora di bonaccia totale, abbiamo attraversato una 'spiaggia per tartarughe'. Immaginate il mare liscio come l'olio cosparso di gusci di pigre tartarughe alla deriva a prendere il sole, ce ne saranno state almeno una decina. Quando la barca che scivolava lentamente si avvicinava, si immergevano e poi facevano capolino con la testa rugosa, come con un'aria di rimprovero nei nostri confronti per aver turbato il loro riposo. La notte ci ha regalato un vento un po' più fresco. Splendida nottata: il cielo stellato, il mare appena increspato cosparso di particelle di plancton fluorescente, al timone, leggerissimo da portare con la barca bilanciata, avevo quasi la sensazione di volare...cielo e mare nel brillio di stelle e plancton si confondevano. Un momento regalato prima della burrasca, infatti, come ci aveva preannunciato il nostro routier di fiducia Marco Bulleri, il vento è andato in aumento, con il mare che si ingrossava e l'onda formata. E' stato un crescendo progressivo, pian piano a riva si sono alternati l'asimmetrico piccolo, il 'giallino', il genoa e il fiocchetto e la randa è stata ridotta dalla prima alla terza mano di terzaroli. Con l'assimmetrico surfavamo le onde a tutta velocità...whooooo...giù dall'onda, riorza, risali, giù in planata...adrenalina pura, al minimo sbaglio si rischiava la straorza e, quando ce ne sono scappate un paio, abbiamo dovuto, nostro malgrado, perchè stare al timone era davvero divertente, ridurre la vela. Noi, imbaccucati nelle cerate, facevamo turni serrrati per essere sempre riposati e fare del nostro meglio. La sensazione di bagnato non ci ha abbandonato per tutta la burrasca, perchè malgrado le nostre cerate Musto reggessero benissimo le onde e gli spruzzi continui, era proprio il contatto, seduti, sulla coperta bagnata e l'impossibilità di svestirsi anche quando si dormiva che ci ha fatto sentire a mollo per un paio di giorni. La paura più grande era che una nave incrociasse la nostra rotta, gli occhi tesi all'orizzonte, non era facile distinguere delle luci, anche perchè le creste delle onde in lontananza erano fluorescenti di plancton e ingannavano l'osservatore. Due giorni di vento a 35 nodi, e se il famoso Bernard Montissier diceva: 'Datemi vento e vi darò miglia...', anche Fibra Locman Italy non si è fatta pregare e in 24 ore ha toccato il record di 240 miglia percorse, con una media di 10 nodi circa. Sotto assimmetrico pensiamo di aver toccato anche i 15-18 nodi in planata, wow! Nonostante l'avaria che ci ha costretto a due giorni di stop forzato, stiamo rimontando sul resto della flotta, da quanto ci dicono gli organizzatori. Abbiamo incontrato fino a ieri in tarda serata dei 'groppi', dei temporalini in cui il vento girava e rinforzava. La barca e noi ancora in balia degli elementi della natura: è incredibile quante cose passano per la mente in questi momenti, soli al timone, si riflette su tutta la propria vita, delivrandola all'oceano che, fedele ascoltatore, le custodisce in uno scrigno prezioso. Quante persone hanno già attraversato questo mare e vi hanno lasciato i loro sogni, la loro vita, adesso anche noi facciamo parte di questa umanità del mare. Nei giorni di burrasca ci siamo nutriti di soli cracker, un po' di formaggio e acqua. Stanotte il vento è calato decisamente e l'onda si è sgonfiata, abbiamo ripreso la nostra rotta ottimale, senza nuvole che ci deviassero e stamattina alle 7.00 Luca ci dice: 'Che ne pensate se ci facessimo una pasta'. Giancarlo ed io ci guardiamo, e i nostri stomaci hanno risposto all'unisono ...grande idea! In conclusione, abbiamo fatto colazione con rigatoni al sugo di pomodoro, sardine, aglio e peperoncino. Ottimo, ci ha rimesso in vita, inoltre il sole caldo e il vento in diminuzione ci ha consentito di stendere i panni bagnati all'aria e di farci finalmente una doccia d'acqua di mare. Otto giorni di navigazione, una burrasca, mille miglia circa percorse...è tutto dal fronte oceano. LAT. 23°30' Long. 30°11' h. 18.00 21/11/2003 Pulizie di primavera a bordo di Fibra Locman Italy: approfittando della giornata soleggiata e del vento leggero sui 5 nodi abbiamo preso il coraggio a quattro mani e messo sottosopra la barca, dopo dieci giorni di caos quasi totale. Fuori tutte le vele dalla calavele, al sole ad asciugare; alcune non vedevano la luce da quando siamo partiti dal Portogallo. Abbiamo dovuto fare alcune piccole riparazioni, come il golfare della ritenuta della randa, che era saltato ed è stato sostituito da un cordino in spectra. Abbiamo anche controllato la situazione in cambusa...per ancora 15 giorni abbiamo viveri a sufficienza, anche se non vediamo l'ora di mangiare la frutta e la verdura fresca dei Caraibi. La razione d'acqua dovrebbe bastare, Giancarlo, con dei trascorsi sul ring, ci ha insegnato a bere come i pugili...bere un sorso d'acqua, irrorare le papille e deglutire lentamente. L'operazione è talmente lunga che alla fine sembra di aver bevuto due litri d'acqua. Il nostro routier Marco Bulleri ha previsto un aumento di vento in serata. Ora viaggiamo sotto gennaker grande, all'orizzonte qualche nuvolone, la barca linda e profumata è pronta a tutto. LAT. 22° 27' N Long. 33° 03' W H. 20.00 UTC 22/11/2003 Fibra Locman Italy si sta dirigendo sempre più nel cuore dell'oceano, siamo a circa 900 miglia dall'Africa, in linea d'aria al traverso di Cap Blanc in Mauritania. Ma potete immaginare dove stiamo vivendo? Venite, vi farò da cicerone. Fibra Locman Italy è una barca di 9 metri, fate cinque falcate e arrivate da poppa a prua. Il pozzetto è confortevole e largo: sediamo sulle panche per timonare e nei turni di stand- by ci inventiamo dei letti d'emergenza per riposare all'aperto ed essere pronti a manovrare. Da un boccaporto, poco più grande di un finestrino d'automobile si accede sottocoperta...bardati con cerata, stivali e cintura di sicurezza ci si passa appena. All'interno tutto è a portata di mano. A destra e sinistra ci sono due comodi cuscini che fasciano le fiancate e fungono da sedia o letto. Davanti a voi c'è subito il tavolino da carteggio con carta nautica allungate una mano a destra nelle sacche appese in alto e si trova subito il set da carteggio: compasso, matite, gomma e squadrette. Per preparare il rancio del marinaio il tavolino si ritrae e entra in scena il fornellino da campeggio con la fedele pentola a pressione multiuso. All'estrema poppa sono sistemati i bidoni stagni con i nostri pochi effetti personali. A prua, la calavele dove sono sistemate vele per ogni occasione, dalla tempesta a venti leggerissimi. La toilette, mi chiederete: a poppa, au plein air. Bene la visita è finita, anche perchè in tanti non ci stiamo, altrimenti la barca affonda! Stasera evento eccezionale, dopo dodici giorni avvistiamo la prima vela all'orizzonte, probabilmente una barca in trasferimento, ha a riva sola randa. Non siamo proprio soli quaggiù. Margherita Pelaschier

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