L'atleta del Circolo Canottieri Aniene annuncia il suo ritiro dalla vela sportiva: c'è ancora troppo pregiudizio e maschilismo
In effetti ce lo eravamo chiesto anche noi:
perché tra i candidati del premio Velista dell'anno World Sailing compare Ruggero Tita nella categoria maschile, ma non la sua compagna di regate sui Nacra 17 Caterina Banti nel femminile? Perché nel raggruppamento Premio giovane velista dell'anno, è in lizza Vittorio Bonifacio, prodiere, ma non la timoniera Lisa Vucetti con cui ha conquistato il titolo europeo e il secondo posto ai Mondiali 420?
La risposta è che la vela è ancora intrisa di pregiudizi e maschilismo.
Lo sostiene la campionessa olimpica Caterina Banti, fresca del secondo oro a Parigi. La 37enne romana, che ha annunciato il suo ritiro dalle competizioni, non punta solo il dito contro World Sailing, ma cita anche il caso di Luna Rossa e la decisione di Patrizio Bertelli di non voler formare equipaggi misti.
"Se non ci date l’opportunità di provare – ha affermato l'atleta del Circolo Canottieri Aniene in un'intervista pubblicata il 25 ottobre su
La Repubblica – come potete dire che siamo inadatte? Mettete alla prova i nostri meriti e poi scartateci. Ma dopo, non prima. Come possiamo diventare brave se non ci viene data un’occasione? Se non s’inizia mai come in F1 è un’esclusione dettata dal pregiudizio. Tita e io abbiamo vinto molto insieme, lui prenderà il timone nella prossima
Coppa America, se lo merita davvero. Ma la vela non è solo una questione fisica. Se poi per i media l’attrazione è solo se lui e lei stanno insieme è un’altra storia. Ai
Giochi di Tokyo ce lo chiedevano sempre: come mai tu e Ruggero non siete fidanzati? La relazione sessuale: solo quella sembrava interessare. Non la collaborazione vincente nonostante le diversità dei caratteri, non i ruoli interscambiabili, non i percorsi di vita, non le personalità".
Banti lascia lo sport dopo aver conquistato europei, mondiali e medaglie iridate. La sua decisione è legata anche al desiderio di costruirsi "un altro pezzo di vita lontano dalle onde", di dedicarsi alla famiglia e a progetti personali, ma la sua testimonianza pesa come un macigno: sulla parità di genere c'è davvero ancora tanto da fare.
Per noi sarà sempre l'atleta che ha contribuito a vestire a d'oro la storia della vela italiana.